Upper limits to surface force disturbances on LISA proof masses and the possibility of observing galactic binaries

We report on the measurement of parasitic surface force noise on a hollow replica of a LISA (Laser Interferometer Space Antenna for the observation of gravitational waves) proof mass surrounded by a faithful representation of its in flight surroundings, namely the capacitive sensor used to detect proof-mass motion. Parasitic forces are detected through the corresponding torque exerted on the proof mass and measured with a torsion pendulum in the frequency range 0.1 30 mHz. The sensor electrodes, electrode housing and associated readout electronics have the same nominal design as for the flight hardware, including 4 mm gaps around the proof mass along the sensitive laser interferometry axis. We show that the measured upper limit for surface forces would allow detection of a number of galactic binaries signals with signal to noise ratio up to approximately 40 for 1 year integration. We also discuss how the flight test under development, LISA Pathfinder, will substantially improve this limit, approaching the performance required for LISA.Comment: 3 Figures. Submitted to Physical Review Letter

La fenomenologia della donazione di Jean-Luc Marion: il paradosso come norma dell'apparire, l'altrove come luogo del sé.

Il percorso intrapreso da Jean- Luc Marion si pone come obiettivo una nuova filosofia dell’uomo, ottenuta attraverso il ribaltamento delle tradizionali categorie di pensiero. Il suo itinerario all’interno della fenomenologia ha come presupposto l’apertura incondizionata all’intuizione dei fenomeni, come Husserl; inoltre, caratterizza il fenomeno come ciò che si manifesta in se stesso e secondo la propria iniziativa, a partire da un’origine non disponibile, come Heidegger. Marion, però, va ben oltre i limiti imposti dalla coscienza imposti da Husserl e la dipendenza dall’apertura dell’essere che contraddistingue il pensiero di Heidegger. Per questa ragione, riconduce l’apparire del fenomeno alla sua libera iniziativa di darsi all’interno di una donazione incondizionata, che travalica i limiti imposti da un orizzonte e precede ogni iniziativa, compresa quella dell’essere. La donazione si configura come qualcosa di anteriore ed originario, che squalifica ogni pretesa trascendentale del soggetto, fondandolo come adonato, colui che si riceve a partire dalla donazione del fenomeno. Il primo capitolo funge da “introduzione fenomenologica”: si mette in luce la necessità di ricavare un nuovo spazio in cui poter filosofare e concepirsi a partire dal superamento della concezione tradizionale di “metafisica” e della conoscenza di tipo causale-oggettuale. Lo spazio della donazione si pone al di là di ogni costruzione ontoteologica di reciproca fondazione tra l’ente comune e l’ente per eccellenza, rinviando ad una istanza originaria segnata da una profondità e da uno scarto, rispetto ad ogni costruzione epistemologica e mira intenzionale. Inoltre, approfondisce e delinea le caratteristiche della donazione a partire dal principio “tanta riduzione, quanta donazione”. Tale principio riconduce ogni datità all’atto della donazione delineando, contemporaneamente, sia un processo della massima immanenza sia l’attraversamento di una certa distanza. Questa peculiarità è dovuta alla piega del dato che, da un lato ne preserva l’origine oscura e lo scarto, dall’altro fa in modo che il lascito della donazione sia incondizionato e che il dato, quindi, porti con sé il segno della donazione da cui proviene. La piega rende conto di un’origine imprevedibile, che allarga al massimo le possibilità del fenomeno, per cui questo si situa al di là di ogni orizzonte di definizione. Marion propone un cambio di prospettiva, che lascia libero accesso ad un fenomeno saturo di intuizione non costituibile come oggetto né sottomesso al controllo di un concetto, ma che si impone come contro-esperienza fondandomi come adonato. Il secondo capitolo si concentra sulla figura dell’adonato e della ridefinizione che il fenomeno saturo gli impone. L’adonato è colui che risponde alla chiamata, figura fenomenologica della donazione che dà un lato ne fa il salvatore dei fenomeni, dall’altro lo costituisce secondo un ritardo irriducibile. Il fenomeno saturo è in più rispetto alla sua ricezione e al suo responsorio: la donazione dona a fondo perduto, lascia libero sviluppo al fenomeno, uno sviluppo che non esclude mai una nuova possibilità. La riduzione alla donazione ci rende l’apparire come un paradosso, che supera ogni schema trascendentale del soggetto, ogni sua costruzione per imporsi come contro-esperienza che mi guida nella ricezione del fenomeno attingendo la sua possibilità dall’incondizionato. La perdita della funzione trascendentale comporta una nuova visibilità del fenomeno che l’adonato non può costituire come oggetto, ma del quale riceve gli effetti della donazione: deve guardare meno per vedere di più, ricevere l’effetto non-visibile oggettivamente della donazione. Il terzo capitolo si occupa del confronto con l’altrove della donazione rispetto al quale risulto dato. La donazione mi rinvia ad un altro da me, a ciò che non posso controllare, che possiede il mio sé e me lo dona. L’altro come luogo del sé entra in gioco nel fenomeno erotico. Marion designa l’amore come dimensione originaria, anteriore al pensiero e all’essere, che mi fornisce la rassicurazione di essere amato. Una rassicurazione che non posso produrre da me stesso, ma che richiede il mio decentramento verso ciò che mi manca e verso cui tendo in virtù del mio desiderio. Amare è atto che si fa in prima persona e che, conseguentemente, mi individualizza, mi mette in gioco, mi spinge al luogo del mio sé, verso l’altro che possiede ciò che mi manca. Una conferma e prova dei risultati della fenomenologia di Marion è data dal raffronto con l’itinerario di Agostino all’interno delle Confessioni: questo confronto fornisce il modo per affrontare l’aporia del luogo del sé. Il mio luogo è un non-luogo, è il luogo dell’altro che mi fornisce una nuova possibilità per raggiungere ciò che non posso darmi da solo: io a me stesso. Per Agostino questo luogo è Dio, per l’adonato il luogo è dato dalla donazione ed è continuamente da scoprire secondo una §§sua nuova possibilità

Contralateral prophylactic mastectomies. Correlations between primary tumor and histological findings of controlateral breast

Backgound: In Italy in 2015 48,000 new cases of breast carcinomas were diagnosed. Women who are diagnosed with breast cancer have a significant risk of developing contralateral breast cancer during the rest of their lives and this risk is closely associated to the family history, to the onset of breast cancer at a young age and is expressed at about 0.5 to 1% of metachronous tumors per year. The purpose of this work was to evaluate which and how many neoplastic lesions were seen in the contralateral breast that underwent prophylactic mastectomy and to understand what factors predict the appearance of such lesions. Methods: 168 bilateral mastectomies were analyzed in patients with an average age of 47 years, carried out from July 2008 to April 2016, at the Breast Unit of the Sant’Andrea Hospital. We considered women of any age suffering from unilateral breast cancer without either clinical or radiological evidence of a malignant lesion in the contralateral breast and negative for mutations of the BRCA1-BRCA2 genes test. Of the 168 bilateral mastectomies 35 patients were excluded from the study because they underwent neoadjuvant chemotherapy, another 35 patients because they were suffering from a bilateral neoplasia and 7 cases because they had mutated BRCA1 or BRCA2 genes. Therefore the remaining 91 patients were included in the study. Results: Both the histological features of the primary tumor and any lesions found in the contralateral prophylactic breast were analyzed. Histological examination of the main breast showed 59 cases of Invasive Ductal Carcinoma (IDC), 17 cases of Invasive Lobular Carcinoma (ILC), 9 cases of In Situ Ductal Carcinoma (ISDC), 3 microinvasive ductal, 1 invasive tubular carcinoma, 1 in situ lobular and 1 widespread in situ. In the contralateral breast, the definitive histological examination revealed that 47 patients had an occult lesion in the prophylactic contralateral breast; in particular 2 cases of LIN 1, 7 cases of LIN2, 6 cases of lobular carcinoma in situ, 26 between DIN1A/DIN1A-B/DIN1B, 4 cases of carcinoma in situ and 2 cases of Invasive Ductal Carcinoma. The correlation obtained from the observation of the main tumor has shown that in a total of 59 invasive ductal carcinoma 32 have a controlateral occult lesions and in a total of 17 cases of invasive lobular carcinoma 9 have an occult lesion in the prophylactic breast. Of these lesions, the multicentric relationship is that 50% of invasive ductal and invasive lobular carcinoma of the main breast have a contralateral lesion. Conclusion: In conclusion we would like to remind, as demonstrated by our follow-up data and as the literature reiterates, that this surgery does not improve patient survival. Certainly patients with unilateral breast cancer have many surgical therapies to be able to deal with not only having a bilateral mastectomy. The end point of this work is try to understand the risk factors of having a contralateral breast lesion to reduce the probability of a metachronous cance

Correlates of calcaneal quantitative ultrasound parameters in patients with diabetes: the study on the assessment of determinants of muscle and bone strength abnormalities in diabetes

OBJECTIVE: Quantitative ultrasound (QUS) provides an estimate of bone mineral density (BMD) and also evaluates bone quality, which has been related to increased fracture risk in people with diabetes. This study aimed at assessing the correlates of calcaneal QUS parameters in diabetic subjects encompassing various degrees of micro and macrovascular complications and a wide-range of peripheral nerve function. METHODS: Four hundred consecutive diabetic patients were examined by QUS to obtain values of broadband ultrasound attenuation (BUA), the speed of sound (SOS), quantitative ultrasound index (QUI), and BMD. RESULTS: Among surrogate measures of complications, sensory and motor nerve amplitude and heart rate response to cough test and standing correlated with QUS parameters at univariate analysis, together with age, body mass index (BMI), waist circumference, lipid profile, and renal function. Multivariate analysis revealed that BUA, SOS, QUI, and BMD were independently associated with age, male gender, hemoglobin A1c, BMI (or fat, but not fat-free mass), and somatic and autonomic nerve function parameters. CONCLUSIONS: These data indicate that peripheral nerve dysfunction is associated with worse QUS parameters, possibly contributing to increased fracture risk in diabetes. The positive relation of QUS measures with adiposity needs further investigation. This trial is registered with ClinicalTrials.gov (NCT01600924)

The effects of vent location, event scale and time forecasts on pyroclastic density current hazard maps at Campi Flegrei caldera (Italy)

This study presents a new method for producing long-term hazard maps for pyroclastic density currents (PDC) originating at Campi Flegrei caldera. Such method is based on a doubly stochastic approach and is able to combine the uncertainty assessments on the spatial location of the volcanic vent, the size of the flow and the expected time of such an event. The results are obtained by using a Monte Carlo approach and adopting a simplified invasion model based on the box model integral approximation. Temporal assessments are modeled through a Cox-type process including self-excitement effects, based on the eruptive record of the last 15 kyr.Mean and percentilemaps of PDC invasion probability are produced, exploring their sensitivity to some sources of uncertainty and to the effects of the dependence between PDC scales and the caldera sector where they originated. Conditional maps representative of PDC originating inside limited zones of the caldera, or of PDC with a limited range of scales are also produced. Finally, the effect of assuming different time windows for the hazard estimates is explored, also including the potential occurrence of a sequence of multiple events. Assuming that the last eruption of Monte Nuovo (A.D. 1538) marked the beginning of a new epoch of activity similar to the previous ones, results of the statistical analysis indicate a mean probability of PDC invasion above 5% in the next 50 years on almost the entire caldera (with a probability peak of 25% in the central part of the caldera). In contrast, probability values reduce by a factor of about 3 if the entire eruptive record is considered over the last 15 kyr, i.e., including both eruptive epochs and quiescent periods